Introduzione
La problematica della scarsità dell’acqua, spesso, è affiancata dalla problematica della sua disponibilità in una forma “non pulita”, ossia non depurata da inquinanti organici e/o inorganici. Quando tali microrganismi non sono rimossi dall'acqua, l'uso della stessa causa il proliferare di malattie e in casi più estesi anche un possibile sviluppo di epidemie.
Molte attività umane portano alla produzione di scarichi, chiamati acque reflue che, al fine di poter essere restituite all’ambiente, devono essere oggetto di depurazione, poiché la quantità di sostante inquinanti è superiore alla capacità auto-depurativa di terreni, mari, fiumi e laghi.
Attraverso le caratteristiche quantitative delle acque reflue è possibile fare una classificazione di esse in (Fig. 1):
- acque nere, provenienti dalla rete di distribuzione o da prelievi diretti, per l’uso civile e delle attività produttive e sono costituite da: acque di scarico delle case, acque saponate grasse (con olio e detersivi scaricati dalle cucine), oppure da acque di scarico industriale;
- acque bianche, costituite da acque di pioggia e da acque che si infiltrano nelle fogne dalla falda sotterranea.