Il contenuto di solidi è uno dei parametri più importanti per la valutazione delle prestazioni di un trattamento sulle acque reflue. In particolare sono stati analizzati i solidi sospesi totali (SST) ed i solidi sospesi volatili (SSV). Il reattore ha mostrato un aumento di concentrazione dei solidi dovuto alla degradazione nel tempo dell’anodo . L'applicazione del campo elettrico provoca delle reazioni di ossidazione all'anodo con una liberazione nel refluo di ioni alluminio, i quali vanno a reagire con le particelle di fosfato presenti, facilitandone la rimozione mediante la filtrazione a membrane.
I contaminanti studiati nel presente elaborato sono COD, azoto ammoniacale (NH4+) e fosfati (PO43-) ed UV254. L’applicazione del campo elettrico ed i conseguenti processi elettrochimici che si sono generati (elettro-coagulazione, elettro-foresi, elettro-osmosi) hanno avuto un’influenza positiva sull’efficienza di rimozione dei contaminanti. Alla fine della sperimentazione i valori medi raggiunti sono stati di 98,03% per il COD, 99,45% per NH4+ ,100% per PO43- e 73,78% per UV254.
Conclusioni
Il trattamento oggetto di studio ha mostrato prestazioni elevate con efficienze di rimozioni superiori ai precedenti trattamenti presenti in letteratura. La combinazione delle varie tecnologie usate all’interno dello stesso reattore si è dimostrata essere una possibile innovazione da attuare nei bioreattori a membrana. L’utilizzo della membrana dinamica auto-formante incapsulata ha permesso di ridurre il costo da fronteggiare rispetto a quella convenzionale e di rallentare la formazione del fouling, dall’altro lato l’applicazione del campo elettrico intermittente ha dato vita a processi elettrochimici che con l’alternanza di condizioni aerobiche e anossiche hanno favorito la rimozione dei contaminanti.