Per una più semplice fruizione dei risultati ottenuti, questi ultimi sono stati implementati in ambiente GIS, cosicché fosse possibile consultare e interrogare delle mappe interattive riportanti i principali riferimenti catastali e le informazioni ai fini dell'uso agricolo di tutti i terreni oggetto di indagine.
Infine, è stato rilevato che 8 comuni presentano terreni di classe D, per i quali recentemente è stato messo a punto un regolamento concernente gli interventi di bonifica e il ripristino ambientale delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, ai sensi dell'articolo 241 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Decreto 01/03/2019,n.46).
Conclusioni
I risultati emersi hanno mostrato l'assenza di valori anomali di radioattività dello strato superficiale del suolo, mentre sono state riscontrate positività in 28 terreni in seguito alle indagini geomagnetometriche.
Dalle analisi chimico-fisiche e microbiologiche è emerso che nessuno dei prodotti agricoli per l'alimentazione umana è risultato non conforme ai limiti normativi, tuttavia in 5 campioni di vegetazione spontanea sono state riscontrate delle non conformità.
Gli inquinanti riscontrati con maggiore frequenza sono stati le diossine, gli idrocarburi policiclici aromatici ed alcuni metalli pesanti; dalle analisi per la conoscenza della biodisponibilità dei metalli sono emersi valori di mobilità molto bassi, a causa del pH sub-alcalino e dell'elevato contenuto in argilla, calcare e sostanza organica dei suoli.
Complessivamente, dunque, dei quasi 240 ettari di superficie agricola analizzata il 67% risulta idonea alle produzioni agroalimentari, il 13% presenta il divieto di produzioni agroalimentari e silvo pastorali, mentre il 20% rientra nei terreni con limitazioni circa determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni.