Nel loro complesso, i risultati delle indagini effettuate hanno permesso di classificare i terreni in diverse classi di rischio ai fini dell’uso agricolo, in base al verificarsi o meno di particolari condizioni:
A: terreni idonei alle produzioni agroalimentari
  1. concentrazioni inquinanti < CSC (o VF) o > VF ma non biodisponibili
  2. prodotti agroalimentari o vegetali spontanei conformi ai limiti normativi
  3. indagini geomagnetometriche con esito negativo
  4. assenza di rifiuti in superficie
B: terreni con limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni
  1. concentrazione inquinanti > CSC (o VF); sono presenti PCDD/PCDF in concentrazioni < a 6 ng/kg ss, ma comunque superiori ai livelli presenti nei terreni di classe A
  2. prodotti agroalimentari o vegetali spontanei conformi ai limiti normativi ma con concentrazione degli inquinanti di poco inferiori al limite; vegetazione spontanea non conforme ai limiti
  3. indagini geomagnetometriche con esito negativo
C: terreni idonei alle produzioni non agroalimentari
  1. terreni negativi alle indagini geomagnetometriche, ma nei quali si rilevano processi di biodisponibilità degli inquinanti
D: terreni con divieto di produzioni agroalimentari e silvo pastorali
  1. presenza di uno o più inquinanti in concentrazioni molto superiori alle CSC
  2. prodotti agroalimentari o vegetali spontanei non conformi ai limiti normativi
  3. presenza di rifiuti interrati già negli strati superficiali del suolo
  4. indagini geomagnetometriche con esito positivo