Le barriere reattive permeabili 

La contaminazione delle acque sotterranee e superficiali è diventata, in tutto il mondo, un problema che riguarda l’ambiente e la salute pubblica. Infatti, essa crea un rischio significativo per l’approvvigionamento di acqua potabile e influisce negativamente sugli ecosistemi, ad esempio causando l’eutrofizzazione. Nel corso degli anni, si sono sviluppate diverse tecniche per la bonifica di acque e suolo contaminati da sostanze pericolose. In particolare, le barriere reattive permeabili (permeable reactive barriers, PRBs) sono una tecnica di bonifica in situ relativamente nuova e potenzialmente importante. Tale tecnica consente la degradazione e la rimozione di contaminanti organici e inorganici presenti in forma disciolta nell’acqua di falda. È una tecnologia di bonifica passiva in quanto consiste nella realizzazione di una barriera all’interno della zona satura del terreno con materiali reattivi. Una volta realizzata l’installazione, la barriera non impedisce il flusso naturale delle acque ma sfrutta il gradiente della falda (figura 1). Quindi, la barriera reagisce con i contaminanti disciolti in acqua, degradandoli attraverso reazioni di ossidoriduzione con la formazione di composti meno "tossici". Tutto questo permette di ridurre le concentrazioni dei contaminanti a valori compatibili con i limiti stabiliti dalla normativa ambientale.